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Ape sociale e precoci: Cgil, positive alcune delle novità, ma restano aspetti negativi
“Altre, invece, non sono state recepite, come quella dell’abbassamento della soglia di contribuzione necessaria per accedere ai lavori gravosi, da 36 anni a 30 anni di contribuzione, e l’allargamento della platea per tutti coloro che hanno perso il lavoro e sono attualmente disoccupati”, sottolinea Ghiselli.
Sul nodo dei lavoratori agricoli interviene Ezio Cigna, responsabile delle previdenza pubblica della Cgil nazionale: “Se interpretiamo bene l’emendamento dell’Esecutivo, saranno necessarie 156 giornate per perfezionare un anno di contribuzione, come indicato nella legge n. 608 del 1996, e in queste verrebbero ricompresi i giorni di disoccupazione agricola. Se così fosse, potremmo dire che quella categoria di lavoratori potrà utilizzare quello strumento, cosa non possibile in caso contrario”.
“Nell’emendamento presentato – aggiunge Roberto Ghiselli – si conferma che le risorse risparmiate quest’anno non verranno reimpiegate per le finalità previdenziali a cui erano state destinate”. Un’analisi della Cgil, già qualche giorno fa, aveva dimostrato che i risparmi di spesa per Ape sociale e precoci afferenti al 2017 ammonteranno a 504.210.322 euro. E, considerando che nell’emendamento si prevede un intervento triennale in materia per un totale di 174.900.000 euro (30.500.000 euro nel 2018, 76.000.000 nel 2019 e 68.400.000 nel 2020), gli investimenti effettuati sono addirittura inferiori ai risparmi ottenuti.
Per quanto riguarda il Fondo per l’Ape sociale, il segretario confederale tiene a precisare che “la costituzione di quest’ultimo non equivale ad una proroga dello strumento anche per il 2019. Per questo sarà necessario uno specifico intervento legislativo, e – evidenzia in conclusione Ghiselli – non vi sarà alcun nuovo investimento da parte del Governo poiché nel Fondo rientreranno solo le eventuali risorse residue rispetto a quelle già stanziate”.